vogliamo lavorare sempre




Da lunedì 4 maggio 2020 abbiamo finalmente potuto riaprire il negozio dopo la chiusura impostaci dalle autorità.

Il lavoro è fondamentale per la nostra dignita e per non interrompere un servizio ai clienti e agli amici.

Vi aspetto nella mia bottega, per ora una persona alla volta ...





l'unico calzolaio a Segrate

Finalmente ritornata una bottega di calzolaio nella zona centrale di Segrate:

LA BOTTEGA DEL CALZOLAIO
Via G. Mazzini 22 - Segrate
Tel. 339-2585162

Quello del calzolaio è un antico mestiere che combina varie tecniche artigianali per garantire una lavorazione sempre a regola d’arte, attraverso l'unione tra la tradizione e le moderne tecniche di lavorazione.
La Bottega del Calzolaio ne interpreta gli standard più elevati offrendo un servizio attento e puntale. Si effettuano riparazioni di scarpe e accessori in pelle di ogni tipologia, eseguite a mano con grande precisione e meticolosità.





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orario apertura negozio


Orari di apertura

dal lunedì al venerdì:
dalle 8:30 alle 12 e dalle 15 alle 19


il sabato dalle 8:30 alle 12


Contatti


Telefono: 339-2585162

Email: calzolaio.segrate@gmail.com 

Via Giuseppe Mazzini 22 - 20090  Segrate  (MI)


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cosa offriamo

Nella nostra bottega eseguiamo le riparazioni delle tue scarpe e degli altri articoli di pelletteria, con molta attenzione e cura, utilizzando gli materiali di qualità superiore o almeno equivalente agli originali, che permettono di ridare nuova vita alle tue calzature e continuare a utilizzarle per anni ancora.



Si eseguono anche altri tipi di servizi per la pelletteria e le scarpe oltre alle riparazioni come il cambio completo del tacco, la sostituzione del Velcro, il re-incollaggio di parti disaccoppiate, la sostituizione di lacci e plantari.
Si lucidano scarpe, giubbotti e borse in pelle; si cambiano cerniere a giacche e stivali.




Siamo in grado inoltre di sostituire occhielli, rivetti e bottoni a pressione sui jeans, come pure di allagare scarpe e stivali.





risuolatura in Vibram






alcune realizzazioni


Alcuni esempi delle nostre lavorazioni:



















articolo su Segrate Oggi

Gabriella e la sua "bottega" dove l'arte dei calzolai rivive:
"il mio segreto è la creatività"


Segrate, 27 aprile 2017.

Ha appena compiuto un anno "La Bottega del Calzolaio" di Via Mazzini 22 dove, come dice la pubblicità, si eseguono "riparazioni, cuciture, lucidature di scarpe, stivali, cinture, borse". Bottega, appunto, nell'accezione medioevale del termine costituita, oltre che dal negozio, da un laboratorio ove si riparano, rielaborano o si concretizzano, partoriti dall'inventiva, articoli di una determinata merce.
(...) l'arredamento è costituito da un bancone composito, una lunga scarpiera che avvolge due pareti e tre prestigiose macchine da cucire: una Singer anni '30 e una Pfaff (anni '70) a farsi compagnia e a lavorare una accanto all'altra e una Necchi, posta invece in un angolo "per bellezza".

Il buon gusto e la fantasia accompagnano la titolare, Gabriella Bruno, una signora mora, minuta, gentile, vestita di nero, che sembra sarda, sosia della famosa attrice dramamtica napoletana Lina Sastri.

Gabriella Bruno

La signora Gabriella spiega che "amiche e conoscenti mi hanno incoraggiata ad aprire qui l'attività, assicurandomi che andrà tutto bene perché Segrate, città degli uffici, delle agenzie immobiliari, dei parrucchieri, dei bar, è sotto l'aspetto commerciale la città delle donne, fanno successo quasi tutte".
L'unico cruccio di Gabriella è che il negozio si trova a metà di Via Mazzini, una strada chiusa, con poco traffico di passaggio. "Ma per fortuna - osserva - sono accanto a una lavanderia, a un ambulatorio medico, e la gente mi sta scoprendo".


(...) La signora Gabriella ha sempre avuto innato il senso dell'estetica. "Mi sono diplomata alle magistrali, avrei voluto frequentare il liceo artistico ma papà non ha voluto e così dopo il diploma ho fatto di tutto: da giovane ho recitato in Puglia, a teatro, perfino in quello dialettale della milanese da fuori; ho avuto una parte in un film La posta in gioco, dove ho fatto da controfigura a Lina Sastri".



Una volta sposata e arrivata in Lombardia, "ho fatto altri lavori ma le mie passioni erano sempre il disegno, l'arte, gli strumenti per esprimere la mia creatività".
Gabriella spiega che "quello del calzolaio è un lavoro artistico; anche in questo campo si crea, e allora, ispirata da bisnonno e nonno che facevano i calzolai e perfino da mio papà, un tipo affascinante, all'inglese, che si faceva le scarpe da solo, ho scelto di esprimermi in questo campo dopo aver frequentato un corso".


Donna Gabriella non ha braccia e mani robuste, le bastano fantasia e gusto a creare e a mettere in movimento le sue mani delicate. "Non produco scarpe, stivali, cinture, borse, borsoni: li riparo e li adeguo a seconda delle esigenze - spiega - allargo, stringo coloro, ricoloro, intervengo su suole e tacchi. Aggiusto anche giubbotti, attacco bottoni. Sono e mi sento un'artigiana, che fa rinascere le cose dando loro una nuova vita".
E mentre pacata mi illustra il suo mondo, mi mostra scarpe da donna e da uomo rifatte, ricolorate, e pure un giubbino femminile in pelle color senape riparato sul petto. "Aveva uno strappo ..." mi spiega, ma nessuno se ne accorge. Una perfezione ammirevole.
"In genere - dice - intervengo su capi costosi, unici, ai quali il cliente si è affezionato e che vale la pena recuperare". 


Un'ultima curiosità. Nell'era del "compra e getta" di calzolai se ne vedono pochi e i pochi rimasti boccheggiano: c'è per caso una loro riscoperta? Soddisfatta di questa scelta?
"Sì, ne valeva la pena. Lo sa che ho scoperto che tanta gente porta le scarpe da riparare in vacanza, in località dove resistono gli artigiani-calzolai ? ".

Bene. E allora bocca in lupo signora Gabriella.

                                                                                                                Pep.

articolo completo su: www.segrateoggi.it

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cresce la generazione rosa dei calzolai



articolo pubblicato su l'Eco di Bergamo il 2 novembre 2014






Resiste l’arte del calzolaio e cresce la generazione rosa

Gli antichi mestieri rinascono creando nuovi posti di lavoro. È un’esperienza che, a Bergamo (ma non solo), hanno già sperimentato i nuovi calzolai che hanno partecipato all’unico corso italiano "L’arte del calzolaio", che insegna il vecchio lavoro con i nuovi "segreti" al passo con i tempi. 

(...) L’idea prende piede nel 2009 grazie alla disponibilità dell’Unione artigiani di Bergamo e tra chi ha aperto i propri negozi ci sono anche tre donne, una a Colognola, una a Brembate Sopra e l’ultima a Monza. Ogni anno, frequentano i corsi circa 5-6 donne, che mettono su attività che sembrano boutique.
Secondo i dati raccolti dall’Unione artigiani, in Bergamasca si contano 15 nuove attività aperte dai partecipanti ai corsi dal 2009 a oggi. Complessivamente, i partecipanti ai corsi sono stati 139, di cui 61 di Bergamo e provincia che, essendo la sede del corso, ogni anno ha portato in classe il numero maggiore di aspiranti calzolai.

Il lavoro del calzolaio è cambiato negli anni e se la moda ha portato al boom di scarpe con la suola in gomma, i calzolai si sono attrezzati per non restare indietro.


articolo completo su: www.ecodibergamo.it

la salute incomincia dai piedi


La tua salute è legata alle scelte che fai anche quando acquisti un paio di scarpe. La risposta sta nella riflessologia plantare.
 

La riflessologia plantare si basa sul principio che sotto la pianta dei piedi sono presenti punti nevralgici a cui corrispondono tutti gli organi del nostro corpo, che se massaggiati e stimolati correttamente, vanno ad attivare dei meccanismi cosiddetti di auto guarigione.

Partendo da questo principio dove il nostro benessere è strettamente legato al benessere dei nostri piedi, ci rendiamo bene conto che anche l’utilizzo di calzature non appropriate, oppure degradate, può influire sulla salute del nostro organismo.
Facciamo quindi bene attenzione quindi a quale tipo di scarpe affidiamo i nostri piedi. Hai mai riflettuto sul fatto che quando ti fanno male le scarpe il malessere che provi non è solo legato ai piedi, ma subentrano altri fattori di malessere quali: cefalee, cattivo umore, disturbi gastrici e addominali? 


E' quindi importante scegliere le scarpe giuste, costruite con materiali di qualità, evitando le scarpe di importazione economiche.
Se non hai preferenze per un marchio in particolare orienta la tua scelta sempre su calzature made in Italy perché nonostante alcune lo siano in parte, comunque le calzature italiane sono soggette a controlli di base che garantiscono una certa tutela almeno sui materiali usati (che possiamo controllare leggendo i pittogrammi sulle etichette di qualità), evitandoci spiacevoli incontri con il nostro dermatologo.

Scarpe realizzate da artigiani italiani specializzati nel settore calzature possono evitare diversi disturbi posturali e non solo. La cattiva abitudine di indossare scarpe strette o con calzate non idonee, può causare non solo gravi e dolorosi inestetismi, quali: alluce valgo, fascite plantare, sperone calcaneare…, ma anche disturbi alla colonna vertebrale, problemi alla masticazione che genera una conseguente causa di cattiva digestione. 



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La riflessologia plantare (detta anche terapia di zona o zonale) è una tecnica di massaggio del piede che si basa sugli stessi principi di altre terapie complementari come l’agopuntura e lo shiatsu e prevede la manipolazione di punti precisi sulla pianta che, in base ai suddetti principi, comunicano con i diversi organi e apparati del corpo allo scopo di alleviare e prevenire numerosi disturbi e mantenere lo stato di salute attraverso il ripristino dell’equilibrio dei flussi energetici di cui ciascuno è portatore.
Le origini della riflessologia plantare sono quindi molto antiche e affondano le radici nella medicina tradizionale cinese ma anche indiana. Tuttavia il fondatore della moderna riflessologia può essere considerato l’otorinolaringoiatra di Boston William H. Fitzgerald che la impiegò nei primi decenni del novecento per svolgere addirittura dei piccoli interventi senza anestesia.

Nel massaggio plantare si utilizzano quasi esclusivamente i pollici, per esercitare movimenti circolari e pressioni che vengono alternate sia a scopo terapeutico che a scopo diagnostico. La reazione del paziente alla stimolazione di punti precisi del piede può infatti essere di dolore, fastidio o sollievo e ci dice molto sul suo stato di salute. Il campo di applicazione della riflessologia plantare è vastissimo: dall’intervento in caso di patologie fisiche come lombalgie, artrosi cervicale, emicrania con aura, ulcere e gastriti, a disagi e malesseri di tipi psichico come ansia, stress e depressione.
Mentre è possibile ottenere sin da subito una sensazione di distensione e allentamento delle tensioni (come ha sperimentato chiunque abbia avuto la fortuna di farsi fare un bel massaggio ai piedi), per ottenere benefici relativi a patologie specifiche occorre più tempo (in genere si fanno cicli di docici sedute) in funzione della patologia e della reazione individuale. 

La riflessologia plantare è un metodo del tutto naturale che non ha alcuna controindicazione, ma fate comunque attenzione ad affidarvi a professionisti seri che abbiano ricevuto una formazione adeguata.

dal Breviario del Successo



Dal  “Breviario del Successo “ un racconto di L.M. Miller ambientato nella New York del 1936. 



Una signora occupatissima e in carriera entra trafelata in un piccolo negozio di calzolaio per farsi cambiare un tacco.
L’uomo si mette al lavoro e le chiede se si fosse trasferita da poco in quel quartiere perché non l’aveva mai notata.  La signora, essendo in ritardo a un appuntamento, lo esorta seccata a finire in fretta il lavoro.

Il calzolaio allora si ferma, depone gli strumenti e le spiega che non poteva eseguire rapidamente una riparazione perché lui aveva una tradizione a cui fare riferimento.

I suoi genitori e si suoi nonni in Italia avevano dei negozi dove da sempre lavoravano con le migliori qualità di cuoio e gli avevano insegnato che i lavori di riparazione devono essere così ineccepibili da rendere la scarpa riparata più forte di quella sana.

La donna capì che avrebbe solo perso tempo a replicare e rimase a osservare con quanto amore e devozione l’uomo portò a termine il suo lavoro.


Malgrado il  piccolo conflitto, alla donna era piaciuta la coerenza del calzolaio nel difendere una tradizione a cui era rimasto fedele.

Così ogni volta che la donna passava davanti al piccolo negozio cominciarono a scambiarsi un cenno di saluto, poi prese l’abitudine di entrare a fare due chiacchiere.

Una sera tornando a casa la signora constatò che gli imbianchini che dovevano eseguirle un lavoro lo avevano fatto in un modo assolutamente inadeguato.

Al mattino si infilò nel negozio di quello che oramai era diventato un suo amico per raccontare quanto accaduto.  Dopo lo sfogo della donna, il calzolaio rispose che queste cose accadevano perché i genitori spesso non erano capaci di infondere ai propri figli l’importanza rappresentata dall’occasione di far bene e con amore il proprio lavoro per fornire al committente un risultato perfetto di cui poter andare fieri.

“Che cosa occorrerebbe fare dunque?” chiese la donna.
Il calzolaio la guardò lungamente negli occhi, poi le disse: “se dalla tua famiglia hai ereditato una tradizione di cui andare orgoglioso, devi continuarla, altrimenti devi iniziarne una nuova”.


Ho sentito in questo un messaggio di importanza chiara, sintetica e totale: se la tua famiglia ti ha trasmesso qualcosa che ha creato e ti ha insegnato i segreti di quanto scoperto, hai il privilegio di poter continuare la sua strada tenendo conto dell’esperienza, iniziata magari dai tuoi nonni o addirittura bisnonni.
Ma se questo non è, smetti di fare la vittima e crea qualcosa di nuovo che un giorno potrai affidare ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli, che sia degno di una tradizione da continuare, fosse anche solo in termini di onestà e di principi.


  

"Non puoi diventare ricco se i tuoi pensieri rimangono poveri" di Tiberio Faraci.



come è fatta una scarpa



COME SONO FATTE LE SCARPE:  LE SINGOLE PARTI

Suola: E’ la parte inferiore esterna della scarpa. E’ quella che ha il contatto con il suolo. A seconda dei tipi di scarpe è fondamentale, ad esempio per l’aderenza. Può esere fatta in gomma, materie sintetiche, legno, cuoio.
Intersuola: è presente soprattutto nelle scarpe sportive, è la parte a metà tra la suola e l’interno della scarpa.
Tomaia: è la parte frontale della scarpa, quella centrale e superiore: per capirci, quella dove ci sono i lacci (se ci sono). E’ importante perché avvolge il piede, lo copre e dà stabilità.
Soletta: Tra la suola e la tomaia c’è la soletta, cioè la parte intera inferiore della scarpa, dove poggia il piede.
Tacco: può essere aggiunto alla suola ed è un rialzo sotto il tallone. Quando c’è un ulteriore rialzo si parla di plateau.
Fodera: è l’interno della scarpa, la parte opposta alla tomaia, quella a contatto con il piede.
Contrafforte: E’ il rinforzo posteriore della scarpa, serve a dare stabilità nella zona del tallone e anche a rendere più robusta la scarpa (ovviamente in alcune scarpe è assente, vedi alcuni sandali). In alcune scarpe si chiama sperone.
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Come ricostruire una scarpa

La costruzione della forma parte da una forma standard in legno e si modella a seconda delle misure prese.


Per la tomaia si parte da un modello di carta (sulle misure della forma si prepara un modello che servirà poi per tagliare la pelle, quindi si taglia la pelle, infine si eseguono la

giuntatura (riunione dei vari pezzi della tomaia e cucitura tra loro e con la fodera)

e la premontatura (montatura provvisoria della scarpa sulla forma con chiodini).


Il fondo è costituito dalla suola, il sottopiede, la spianatura, il sottile strato di pelle o sughero tra essi interposto, il guardolo, il cambrione, i sottotacchi, i soprattacchi.



Le operazioni di montaggio:

montatura (assestamento della tomaia sulla forma e tra fodera e tomaia vengono inseriti i rinforzi);
suolettatura (affrancatura definitiva della tomaia, inserimento del cambrione tra il tacco e la pianta, spianatura della punta all’attacco del cambrione)

cucitura del guardolo (striscia di cuoio morbido che regge le cuciture garantendo impermeabilità);
applicazione della suola (spalmata una colla di caucciù lungo il bordo esterno si applica ad esso la suola);
costruzione del tacco (costituito di vari strati di cuoio che uno dopo l’altro vengono fissati alla parte posteriore della suola, il tacco viene modellato per ottenere la sagoma desiderata).


Le operazioni di "finissaggio" o finitura:

finitura del fondo (tinteggiare il fondo con colori all’anilina, asciugatura per circa 1 ora, levigatura e lucidatura);
sformatura (dopo 10 giorni la scarpa può essere estratta dalla forma di legno);

lucidatura (pulizia e lucidatura manuale della tomaia e del fondo sono le operazioni finali e conclusive).


la nobile arte del calzolaio

 L’antica e nobile arte del calzolaio

L’attività di calzolaio è uno dei mestieri più antichi al mondo. Una di quelle professioni artigiane che nella società moderna stanno lentamente scomparendo. In passato le botteghe dei ciabattini, come erano chiamati una volta, erano considerate praticamente indispensabili: costruire delle scarpe era molto dispendioso a causa degli elevati costi delle materie prime, per cui era necessario ripararle più volte, cambiando le parti usurate e usando le scarpe fino ad esaurimento.


È all’epoca preistorica che risalgono le prime calzature, quando gli uomini iniziano a proteggere i propri piedi avvolgendoli nella pelle degli animali.
I greci e i romani, come testimoniano i numerosi affreschi, proteggevano i piedi con funzionali sandali, costruiti lavorando in modo eccellente il cuoio.


Nell'antica Roma, la calzatura rappresentava uno status-symbol, che consentiva di distinguere al primo sguardo un cittadino da uno schiavo (per lo più scalzo); e figura, infatti, nell’editto dei prezzi di Diocleziano, fra i beni di consumo più importanti. I nobili indossavano, abbinati alla toga, i calcei, che coprivano il piede fino alla caviglia; i senatori sfoggiavano alti gambali di pelle nera e morbida, una sorta di stivali, chiusi lateralmente da quattro stringhe, in mancanza di una comoda cerniera zip. Ai vertici della gerarchia sociale, poi, spettava un tipo speciale di calceus detto mulleus, di un raffinato cuoio rosso; ai cittadini comuni, invece, il pero, in grosso cuoio tipico di contadini e montanari.


Nel Medioevo si diffusero sia calzature in legno che in cuoio e, nel corso del Quattrocento, in Europa, vennero prodotte delle calzature in stoffa, a punta, per arrivare poi al diciassettesimo secolo, quando furono create le prime scarpe con il tacco alto e i primi stivali.
 

 
Coprire i piedi con le scarpe, oltre ad essere una necessità, divenne sempre più un modo per esibire grandezza e potenza economica, e la fabbricazione delle calzature più importanti era riservata agli artigiani più bravi, che prestavano la loro opera artigianale in piccole botteghe, dove i più esperti si avvalevano della collaborazione di giovani aiutanti per la preparazione delle materie prime.
Le botteghe, oltre a fabbricarne di nuove, svolgevano anche il lavoro di riparazione delle parti consumate o usurate della calzatura, in quanto gli alti costi del nuovo non consentiva cambi troppo rapidi.
Nel Novecento, con la massiccia diffusione dell’industrializzazione, si assiste ad un importante cambiamento: con l’aumento della richiesta di nuovi tipi di scarpe, la produzione artigianale diventa produzione industriale. Il risultato è la lenta scomparsa di tutta una serie di abili artigiani costretti ad abbandonare le botteghe e a spostarsi nelle strutture industriali. Con la costante crescita dell’industria calzaturiera, il mestiere del calzolaio si ridusse, per quei pochi artigiani rimasti in attività, alla riparazione delle scarpe usurate delle fasce più deboli della popolazione.
 

Negli ultimi anni, tuttavia, nel nostro Paese si sta assistendo a un graduale rifiorire di antiche professioni andate in disuso. In un periodo di crisi economica come quello che si sta attraversando, il lavoro del calzolaio sembra stia silenziosamente tornando in voga. Secondo indagini condotte in questi ultimi anni pare che i giovani stiano riscoprendo con piacere gli antichi mestieri di un tempo e, tra quelli più popolari, c’è proprio la professione del calzolaio.
La ricerca della scarpa personalizzata, quella fatta su misura per le fasce più alte, ha contagiato molti personaggi dell’alta società. Ma anche le altre fasce della popolazione sembrano aver riscoperto i pregi del lavoro artigiano, iniziando a tralasciare l’anonima scarpa industriale.